Ci si poteva fermare tranquillamente a Terminator 2, del 1991.
Che ci si incasina sempre alla grande con la storia dei paradossi temporali.
E poi tutti ‘sti attori diversi che reinterpretano quegli stessi personaggi di 30 anni fa…
Però qui ritorna lui. Lui lui.
In tanta carne ed ossa: la nostalgia-nostalgia- canaglia fa scattare la lacrimuccia al solo veder apparire quel cognome austriaco nei titoli di testa.
E aspetti solo che lui dica quella frase (sì, però leggi il labiale, che in italiano suona “troppo doppiaggio”) e che, possibilmente, si meni con un altro suo simile (nel trailer già si vede chi sia quel suo tanto, ma tanto tanto simile).
È vecchio e fa il vecchio ed emerge quel senso di tenerezza tipo Residenza Anni Azzurri (che di azzurro ci sono i lampi e degli anni ci si ingarbuglia solo a parlarne).
Terminator Genisys non è il film più bello della serie (anzi).
Terminator Genisys non è quello con gli effetti speciali più sorprendenti (anzi).
Terminator Genisys non è quello con le battute migliori (anzi).
Però quel sorriso, da solo, vale quasi tutto il film!
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