Condom, lubrificanti intimi, evocazioni di stupri e forme falliche disseminate ovunque.
Non stiamo parlando di un film pornografico, ma di Alien, lo storico film di Ridley Scott che usciva nei cinema italiani il 25 ottobre 1979.
Cosa e come c’entrano queste (e molte altre) stranezze con uno degli alieni più famosi della storia del cinema?
Scoprilo leggendo le 20 curiosità sulla pellicola che ha visto l’esordio cinematografico di Sigourney Weaver (anche se l’attrice appariva per qualche secondo in Io e Annie, di Woody Allen).
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condom e lubrificanti
Per creare i tendini delle feroci mascelle della bestia sono stati usati preservativi tagliuzzati.
E la bava dell’alieno è stata prodotta utilizzando K-Y Jelly, un lubrificante sessuale.
Tutto molto allusivo? No: semplicemente pratico e poco costoso.
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orribile e meraviglioso
Sebbene fosse ipercritico nei confronti di ogni cambiamento operato sulla sua sceneggiatura, Dan O’Bannon era anche uno strenuo difensore delle idee che apportavano miglioramenti al film, purchè lo rendessero ancora più iconico.
Tra queste idee c’erano, senza dubbio, i disegni dell’artista svizzero Hans Ruedi Giger.
Dan trovò particolarmente “disturbanti” i lavori di Giger: «I suoi dipinti ebbero un profondo effetto su di me. Non avevo mai visto nulla che fosse così orribile e meraviglioso allo stesso tempo. E così decisi di scrivere un copione su uno dei mostri di Giger».
Nelle illustrazioni originali dell’artista, che hanno ispirato le sembianze dell’alieno, la creatura aveva gli occhi.
Per il film, però, lo stesso Giger ha insistito sul fatto che la creatura non dovesse averne, donandole così l’aspetto tetro di una bestia fredda e senza emozioni, che caccia tramite l’olfatto.
Il design originario di Giger, in ogni caso, è stato cambiato (più volte), a causa della sua sfacciata sessualità.Dan O’Bannon fu fortemente ispirato dalle opere di H.P. Lovecraft (in particolare, neanche a dirlo, da Cthulhu) per il concept di Alien, che venne elaborato, inizialmente, dall’artista statunitense Ron Cobb.
Il look dello Xenomorfo avrebbe potuto essere decisamente differente (e molto più simile all’illustre abitante di R’lyeh, come puoi vedere nella foto qui sotto)!
L’apporto di Cobb fu, in ogni caso, essenziale per definire l’aspetto delle astronavi, dei loro interni e dei ponti di comando.
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pareti mobili
Al fine di aumentare il senso di claustrofobia per gli attori e le attrici, il regista Ridley Scott ha fatto sì che le pareti dei set si avvicinassero leggermente l’una all’altra, giorno dopo giorno.
Il montaggio originale di Ridley Scott è molto più sanguinolento, ma a causa delle reazioni negative del pubblico delle proiezioni test (e della possibilità di una valutazione “X”, cioè vietato ai minori di 18 anni e quindi successo al botteghino precluso in partenza), le scene con troppa violenza e sangue sono state eliminate.
Alcuni outtakes si possono vedere nei documentari sulla realizzazione del film e mostrano versioni più lunghe e più splatter delle scene del petto e della morte di Brett.
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the who
Le luci laser blu che sono state utilizzate nella camera delle uova della nave aliena (dove vennero assemblate 130 uova) furono letteralmente prese in prestito dalla storia del rock inglese.
La band The Who stava testando quei laser, per l’imminente tour, nel teatro di posa della porta accanto, agli Shepperton Studios, presso Londra.
L’interno delle uova aliene era composto da vero materiale organico (cuori e stomaci).
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petto in fuori
La scena della nascita dell’alieno dal petto di Kane (il cosiddetto ‘chestburster‘) è stata filmata in un solo take, con 4 differenti cineprese.
John Hurt infilò la testa, le spalle e le braccia attraverso un buco nel tavolo della mensa, e si posizionò attaccato ad un torso meccanico, riempito con un sacco di budella di animali (e collegato con tubazioni di aria compressa, per creare l’impetuosa uscita dell’alieno).
Al resto del cast non è stato comunicato che sarebbero stati impiegati sangue e budella reali, in modo da provocare autentiche reazioni di shock e disgusto.
Apparentemente, questo ha funzionato così bene che Yaphet Kotto (J.T.) è tornato a casa in completo stato di shock, chiudendosi in una stanza e rifiutandosi di parlare con sua moglie, per diverse ore.
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il tacchino
I disegni di Giger per il facehugger, l’amorevole essere che dispensa abbracci sulla faccia, vennero sequestrati alla dogana degli Stati Uniti, dagli impiegati allarmati per ciò che vedevano.
Dan O’Bannon dovette andare all’aeroporto di Los Angeles per spiegare loro che erano progetti per un film dell’orrore.
Comunque il design definitivo del facehugger venne sviluppato da Roger Dicken, l’artista degli effetti speciali.
Anche il design del chestburster è da accreditarsi a Roger Dicken.
I disegni iniziali di H.R. Giger erano basati fortemente su Tre studi per figure alla base di una crocifissione di Francis Bacon, che raffigurano creature che, sebbene piuttosto falliche, sono anche simili ad uccelli, essendo ispirate alle Furie della mitologia greca.Ridley Scott rise alla vista del prototipo del chestburster, descrivendolo come come “un tacchino spennato”.
Già buono, viste le premesse…
Dicken lo riprogettò, fino ad assumere il design ormai classico.
Che non ha la minima sembianza fallica. No?
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cane e gatto
Per convincere il gatto Jones (interpretato da 4 gatti differenti) a reagire con timore all’arrivo di Alien, gli è stato posto di fronte un pastore tedesco, con un paravento a separarli.
Il gatto non poteva vedere il cane, in questo modo.
La paratia è stata rimossa improvvisamente e la reazione di Jones è quella che vediamo nel film!
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il pilota
Sul pianeta Acheron (LV-426), del sistema Zeta Reticoli, viene scoperta una nave abbandonata dove giace un esemplare di Ingegnere fossilizzato, che contiene l’uovo da cui nasce lo Xenomorfo.
I disegni ‘troppo razionali’ del pilota fossile , eseguiti da Ron Cobb, non piacquero ed il pennello passò nelle mani di Giger.
Ridley Scott approvò il primissimo schizzo presentatogli.
Nel film, il set con il pilota seduto (o ‘space jockey’ = ‘fantino spaziale’), non potè essere costruito grande quanto desiderato da Scott (comunque la scultura era lunga 8 metri), che quindi usò i suoi figli in tuta da astronauta (pare insieme ad un 5enne Christian Bale) per rendere l’idea della grandezza dell’apparato.Scott riteneva fondamentale questa sequenza, perchè doveva dare l’idea che il film non fosse stato girato con un budget modesto.
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raddoppio
La Twentieth Century Fox ha raddoppiato il budget per Alien, da $ 4,2 milioni a $ 8,4 milioni, solamente per aver intravisto il potenziale del film, attraverso gli storyboard di Ridley Scott.
Gli artwork che Scott ha usato per creare gli storyboard erano ispirati all’opera del famoso artista francese di fumetti Jean Giraud, a.k.a. Moebius (che aveva preparato degli storyboard per una versione di Dune di cui parliamo più sotto).
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Meryl Ripley ?
Per il ruolo di Ellen Ripley, rimasero in lizza due sole contendenti: Sigourney Weaver e Meryl Streep, che erano state compagne di college, a Yale.
Alla fine, la parte venne assegnata a Sigourney, perché Meryl era in lutto, al momento del casting finale.
Il compagno della Streep, John Cazale (Fredo ne Il Padrino) era morto nel marzo ’78, dopo aver finito di girare le sue scene per il film di Michael Cimino Il cacciatore.
Ridley Scott ha invitato diverse donne dell’ufficio produzione a guardare gli screentest di Sigourney, per avere una prospettiva femminile.
Tutte furono unanimemente colpite dalla (allora) sconosciuta attrice, la cui presenza sullo schermo fu paragonata a quella di Jane Fonda. -
il mostro dell’astronave
I produttori de Il mostro dell’astronave (It! The Terror from Beyond Space), film del 1958, considerarono per lungo tempo la possibilità di fare causa alla produzione di Alien, per plagio.
Alla fine desistettero, ma certe somiglianze rimangono inequivocabili.
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necronomicon
Lo Xenomorfo ha solo 4 minuti di screentime.
E fa la sua prima apparizione soltanto dopo circa un’ora di film.
Originariamente, la sua testa doveva essere trasparente e piena di vermi in piena attività.
A seguito di una disastrosa prova di cottura degli stampi, il team di Giger ha deciso che l’alieno sarebbe stato costruito in normale lattice: mancavano tempo e soldi per proseguire con l’idea iniziale.
Il nostro grande Carlo Rambaldi costruì 3 teste basate sui disegni di H.R. Giger: 2 modelli meccanici da utilizzare nei primi piani ed un modello più semplice per riprese medio-lunghe.Ridley Scott usava il libro di Giger Necronomicon per spiegare (a Giger) il tipo di design che desiderava.
E Giger era molto felice, perchè veniva preso a modello il suo stesso lavoro e non quello di qualcun altro.
E fu molto felice anche per l’Oscar agli effetti speciali che divise con Rambaldi (al suo primo riconoscimento, poi lo rivincerà per E.T.), Brian Johnson, Nick Allder e Denys Ayling.
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il mimo alieno
Ridley Scott, inizialmente, voleva usare un animatrone (burattini telecomandati) per l’alieno, sperando così di evitare l’impressione di un mostro che veniva interpretato da un uomo con addosso un costume da alieno.
Sfortunatamente, all’epoca, le tecniche degli effetti speciali non erano abbastanza sofisticate per quello che aveva in mente.
Scott accettò che un attore interpretasse la parte solo dopo che gli venne presentato Bolaji Badejo, un graphic artist/attore nigeriano.
Badejo era alto più di 2 metri, con braccia e gambe sottilissime: proprio quello di cui avevano bisogno per far sembrare l’alieno meno umano. E più simile ad un insetto.
Fu mandato a lezione di Tai Chi e di mimo, per imparare a rallentare i suoi movimenti.Per permettergli di sedersi nelle pause delle riprese, fu necessario costruire una speciale altalena, dato che non poteva farlo su una sedia normale col costume, a causa della coda.
Badejo ha affermato di non essersi pentito di aver interpretato un film senza che si vedesse mai la sua faccia, ispirandosi ad attori come Boris Karloff (Frankenstein).
L’altro attore, in lizza per la parte dello xenomorfo, era Peter Mayhew, che interpretava Chewbacca in Star Wars (anche se venne considerata, per qualche tempo, la modella Verushka).
Quello di Alien fu l’unico ruolo cinematografico di Bolaji Badejo, che poi scomparve nell’anonimato e morì a soli 39 anni.
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abbracciafaccia
Durante lo sviluppo iniziale, Dan O’Bannon e Ronald Shusett (autori del soggetto di Alien) si sono trovati in un vicolo cieco, mentre cercavano di capire come l’alieno sarebbe dovuto salire a bordo della Nostromo.
A Shussett è venuta un’idea: “l’alieno si fo**e uno di loro”.
Idea che, alla fine, è stata sviluppata attraverso il concetto del facehugger.
Questo metodo di riproduzione, tramite impianto, è stato deliberatamente inteso per evocare immagini di stupro e fecondazione maschile.
Entrambi gli scrittori erano fermamente convinti che la vittima del facehugger dovesse essere un uomo, però.
In primo luogo, perché volevano evitare il cliché horror delle donne che venivano rappresentate come il primo bersaglio facile.
In secondo luogo, perché sentivano che rendere una donna la vittima di uno stupro simbolico fosse inappropriato.
Ed in terzo luogo, per rendere gli spettatori di sesso maschile più a disagio con questa inversione delle convenzioni di genere.
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fritto misto
Il facehugger morto sul quale Ash esegue l’autopsia è stato creato utilizzando molluschi freschi, 4 ostriche ed un rene di pecora, per ricrearne gli organi interni.
Il suo “tubo deposita uova” è un intestino di pecora.
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parassiti
L’abitudine dell’alieno di deporre le uova nel petto fu ispirata dalle pompilidi, che si dice depongano le loro uova sull’addome dei ragni.
Questa immagine provocava gli incubi a Dan O’Bannon.
Ma le pompilidi depongono le uova sulla loro preda, non dentro.
O’Bannon potrebbe aver pensato anche ad altri insetti parassiti, come le icneumonidi o i braconidi.
Le icneumonidi perforano un organismo ospite (bruco, cavalletta, ape) e vi depositano un singolo uovo, mentre i braconidi iniettano le uova all’interno di alcuni bruchi.
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morto un dune, se ne fa un alien
L’idea per il film è nata in Dan O’Bannon dopo le sue esperienze su altri due progetti.
Ha lavorato come sceneggiatore e supervisore degli effetti speciali alla commedia di fantascienza Dark Star di John Carpenter, del 1974.
Durante la produzione del film, O’Bannon pensò che la premessa del film avrebbe funzionato molto meglio se impostata come film horror, quindi iniziò a lavorare ad una sceneggiatura chiamata Star Beast.
Successivamente, il regista franco-cileno Alejandro Jodorowsky, dopo aver acquisito i diritti su Dune di Frank Herbert, invitò O’Bannon ad aiutarlo con l’ambizioso adattamento del libro.
Così O’Bannon si trasferì a Parigi, per lavorare al film.
Qui ha incontrato artisti influenti come Chris Foss, Ron Cobb, Moebius, H.R. Giger. Ed i loro iconici stili artistici.
Il progetto Dune di Jodorowsky è fallito a causa della mancanza di fondi ed O’Bannon ha adottato il team creativo del film affinchè lavorasse al suo Star Beast.
Da allora, si dice che Alien è diventato il film che avrebbe dovuto essere il “Dune di Jodorowsky“.
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morte ungherese
Il titolo ungherese di Alien (A nyolcadik utas: a Halál) si traduce come L’ottavo passeggero: la Morte.
A questo punto, tutti gli altri film della saga hanno avuto titoli che implicavano la parola “morte”, in una qualche sorta di sostituzione di “alien”.
Aliens – Scontro finale (1986) = Il nome del Pianeta: Morte ;
Alien³ (1992) = Soluzione finale: Morte ;
Alien – La clonazione (1997) = La resurrezione della Morte ;
Alien vs. Predator (2004) = La Morte contro Predator.
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mr. fusion
Durante la sequenza di apertura, mentre la telecamera gira per i corridoi della Nostromo, possiamo vedere chiaramente una macchina per caffè Krups, installata a parete.
Questo è lo stesso modello che, montato sulla DeLorean, divenne “Mr. Fusion“, in Ritorno al futuro.
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lo squalo
Molti produttori cinematografici hanno “lettori professionisti” che leggono e sintetizzano per loro le sceneggiature che arrivano sulle loro scrivanie.
Il lettore incaricato di leggere lo script di Alien, lo riassunse semplicemente così:
“È come Lo squalo, ma nello spazio”.
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